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Sembra una guerra. Abituato a commentare con leggerezza e ironia il nostro mondo, ho aspettato a buttar giù queste righe, con l’animo stretto tra apprensione e incredulità.

Migliaia di decessi e poi affetti, amicizie e lavoro… tutto travolto da un male incomprensibile.

Di fronte al dramma, chiusi in casa, chi di noi non ha gettato un’occhiata fuggitiva al nostro muto compagno, il panno verde?

Il Subbuteo, soprattutto per chi – come me – l’ha conosciuto fin dagli anni ’70, è stato (ed è ancora) non solo un gioco e un modo di aggregazione, ma una vera disciplina. Intanto era “il” gioco per eccellenza: niente di meccanico né di tecnologico. E già allora sapevamo che era il “nostro” mondo, non solo e non tanto una simulazione del grande calcio. Ma soprattutto, per la mia generazione, è stato anche una forma ludica di educazione: il rispetto verso i compagni, la ferrea puntualità nel ritrovarci, la meticolosa organizzazione dei tornei… e tutto senza chat o internet!

Oggi, anche con i capelli bianchi, nessuno potrà mai dimenticare l’importanza di quella “formazione”. D’accordo: resta un gioco, ma quale altra disciplina riesce a unire persone così diverse per età, abitudini, esperienze e capacità? nessuna! Dovremo avere ancora maggior cura del nostro microcosmo, quando sarà possibile incontrarci di nuovo.

Già, ma quando ripartiremo? All’alba di una tormentata e foriera di incognite “Fase 2”, provo a riprendere le fila del nostro discorso. Abbiamo “chattato” per fare gruppo, ma anche per sfogare  la nostra impotenza in questa fase di incertezza. Frastornati da eventi più grandi, non avevamo ancora celebrato degnamente il primo Torneo di Subbuteo Tradizionale targato Torino 2009, né la prima finale individuale in un campionato nazionale! Provo a rimediare, andando a memoria.

Il “Torneo ‘d Carlevè” di Subbuteo Tradizionale, valido per il circuito regionale Val d’Aosta-Piemonte-Liguria, si è disputato domenica 9 febbraio presso la nostra sede di Grugliasco. Sembrano passati mille anni… Un doveroso grazie va al nostro Gigi Santise, animatore e strenuo organizzatore della parte “old” nella nostra società. Dunque, dodici partecipanti in rappresentanza di 4 club: Aosta, Dragons, Warriors e ovviamente Torino 2009. Sul gradino più alto del podio sale un veterano dell’ “old”: Dino Ricco, che riesce a prevalere – con un gol dei suoi – al sudden death su un’altra “vecchia” conoscenza della specialità: Filippo Filippella! Terzo il tenace Stefano Quilico, favorito sì dal ritiro di Paolo Finardi, ma pur sempre capace di battere ai quarti Capitan Maina ai tiri piazzati. Tiri piazzati ancora fatali per Robi, nella finalina vinta da Giancarlo Russo per assegnare il 5° posto.

Il torneo secondario lo vince Donato Erbì, davanti ai restanti arancioneri (il già citato Gigi, il Presidente, un ritrovato Perrone e il fedelissimo Marazzotta), in rimonta su Converti. Questa esperienza ci ha regalato non solo la piacevole riscoperta delle “tradizioni”, ma anche la convinzione che potremmo essere un’apprezzabile squadra a livello nazionale… Disputare il campionato anche di Subbuteo non è più un’idea così peregrina!

Passa solo una settimana ed è Coppa Italia! Il giorno di san Valentino quattro esagitati: Maina, G. Russo, Santise e Converti abbandonano mogli, compagne e amanti per correre a San Benedetto. Quello che doveva essere anche un utile rodaggio per la serie C, si sarebbe rivelato come l’ultimo atto prima che venisse dichiarata la pandemia…

A cena, osservati con curiosità dalle coppie presenti, gli arancioneri degustano senza imbarazzo il “menù degli innamorati” e pianificano l’indomani. Sabato 15 all’alba, scatta infatti l’ “operazione ciauscolo”. Si procede non solo al sequestro di un considerevole carico di insaccati tipici, ma anche della preziosa attrezzatura per produrre la pasta alla chitarra! Gianca fa subito notare che lo “scippo” dell’attrezzo avrebbe posto termine ad una secolare tradizione locale… Ma la previsione di una “apocalittica” 12 ore estiva – (DPCM permettendo, lo diciamo oggi) – giustificava pienamente il “blitz”!

Sul piano sportivo, nel torneo individuale, applausi al Capitano per il 2° posto Cadetti. Sconfitto in finale non senza rimpianti da Gian Maria Lena (Vibo), Robi aveva vinto il suo girone, come del resto Giancarlo il suo. Barrage fatale per quest’ultimo e nessun “consolazione” per Gigi e Luca

Robi, determinatissimo, si sbarazza di Scarduelli ai quarti, mantiene la concentrazione ai piazzati con Battaglia e domina senza patemi il primo tempo della finale. Ma poi Lena, capace di tutto nel bene come nel male, “resuscita” (con qualche “spintarella” dei compagni…) e vince al sudden death! Resta la soddisfazione per un arancionero capace di disputare la prima finale individuale nazionale nella storia del Torino 2009! A seguire, degna cena di pesce per celebrare l’evento alla “Vecchia Campana”, dove ormai siamo di casa…

La domenica successiva a squadre, ci ritroviamo nell’unico girone a tre, con i Fighters (finalisti sconfitti da Fiamme Azzurre, come nella Supercoppa in apertura di giornata) e Foggia. Se con i napoletani è stato un incontro senza storia, con i pugliesi siamo stati decisamente sotto tono. Al ritorno, quando sarà, vorremo vedere un Toro furioso… Saltiamo il barrage cadetti, ma con Ves Gentes è un brusco risveglio: team non certo banale (vantano Andrea Di Pierro), ma alla nostra portata. Poca convinzione e sterile forcing finale, con il solo bell’acuto di Gianca: 2-0 sul tandem Micati/Cavallo. Ma l’1-3 finale non rispecchia certo le aspettative, né le potenzialità, del Torino 2009.

Torniamo a casa con un trofeo “storico” per la nostra bacheca, senza sapere però che, di lì a breve, ci saremmo ritrovati tutti ai “domiciliari”! Non si possono fare previsioni, a oggi. Restiamo sospesi, ben sapendo quanto siano fragili le premesse per far ripartire tutto il movimento. Ma le fedeli miniature sono sempre lì, nell’ “alveare” della valigetta, pronte a scivolare quando qualcuno finalmente darà il “liberi tutti”!


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